KICKBOXING: TANTI STILI PER UNO SPORT POPOLARISSIMO
La Kick Boxing è una sport da combattimento che proviene dall’unione del karate nipponico con la boxe occidentale, che combina cioè colpi di pugno derivati dal pugilato occidentale a tecniche di calcio caratteristiche delle arti marziali orientali.
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Il termine kickboxing è molto riassuntivo, spesso ingiustamente attribuito solo al full-contact, vi sono invece differenti stili di questo sport:
Full Contact karate – sono consentiti pugni e calci dal tronco alla testa (nuca inclusa), si utilizzano pantaloni lunghi. I round sono continuativi ed è ammessa la vittoria per K.O. dell’avversario. Come per la boxe viene combattuto su di un ring.
Light Contact – come il full contact, solo che non si combatte su di un ring, ma su un quadrato di tatami ed il K.O. non è consentito, con penalità di squalifica.
Semi Contact – si può colpire dal tronco in su e dopo ogni punto portato a segno, vi è una interruzione da parte dell’arbitro del combattimento.
Savate o boxe francese – sono consentiti pugni alla parte superiore del corpo e calci alle gambe, tronco e viso, esclusi quelli di punta. Si indossa una tuta attillata, delle scarpette da combattimento.
Sanda o kick boxing cinese – sono consentiti pugni e calci a gambe, tronco e viso e proiezioni di lotta. Calzoni corti, piedi nudi.
Shoot Boxing – sono consentiti pugni e calci a gambe, tronco e viso. Proiezioni di lotta ammesse ed a terra il combattimento prosegue senza colpi ma solo con tecniche di lotta, strangolamento o immobilizzazioni. Calzoncini corti e piedi nudi.
Muay Thai o boxing tailandese – sono consentiti pugni, calci, ginocchiate, gomitate a gambe, tronco e viso. Si può bloccare e combattere in piedi “clinch” e proiettare l’avversario. Calzoncini corti e piedi nudi.
Boxing birmana – in realtà si combatte solo in birmania, ed è come il pugilato tailandese ma a mani nude.
Sambo contact o kickboxing russo – disciplina marziale sovietica che racchiude le tecniche di lotta e judo nonché i colpi di pugno su ogni parte del corpo e i colpi di gamba. Gli atleti indossano una giacca di tela robusta denominata samboji, cintura, calzoncini corti e talvolta ginocchiere, caschetto protettivo e scarpette. Come per il sanda cinese, valgono tutti i colpi sportivi.
Fit Boxing – ginnastica aerobica eseguita a tempo di musica, intervallata da tecniche di kickboxing.
LA STORIA DELLA KICK BOXING
La parola kickboxing è stata coniata in Giappone negli anni ’80. In quegli anni le uniche forme di combattimento a contatto erano il full contact karate, il Muay Thai, il Sambo russo ed il sanda cinese. I promoter giapponesi, vedendo il successo dei match di boxing tailandese, decisero di eliminare i colpi di ginocchio, le prese e le gomitate. Quello che nacque fu uno sport da combattimento nel quale gli atleti portano pugni e calci alle gambe, al tronco ed al viso. Si usano i calzoncini corti come nella boxe tradizionale e boxe thailandese. Fu inizialmente chiamata “Japanese Kick Boxing”, poi ridotto in Kick Boxing o parola unica Kickboxing.
Gli americani in precedenza iniziarono a praticare il kung fu e il karate a contatto pieno, famosi pionieri gli atleti ed attori Bruce Lee e Chuck Norris. Sommarono quindi le tecniche di pugilato a quelle di karate e kung fu, e ne uscì il Full Contact Karate. I campioni furono Bill Wallace e Joe Lewis, inseriti nella Hall of Fame delle arti marziali americane. Da qui uscì anche la confusione dei nomi e degli stili, perchè usando nel Full Contact Karate i pugni e calci, anche quest’ultima venne chiamata Kick Boxing.
Oggi sono presenti quattro specialità: Light contact che indica uno scambio di colpi ad impatto limitato con il fine di toccare il più possibile l’avversario. Semi contact che indica lo scambio veloce di colpi dove vince chi colpisce per primo, i match sono molto simili alle gare di karate, la velocità agevola i colpi d’incontro. Full contact “contatto pieno” i colpi sono portati a fondo e il suo fine principale è la KO dell’avversario, sono obbligatorie le protezioni per testa, e gambe. Low Kick combattimento a pieno contatto che prevede anche i calci bassi al disotto del bacino.
In Giappone nacque poi un torneo chiamato K-1, in cui K sta per Karate, Kempo e Kick Boxing. In questo stile le regole sono simili a quelle della kick boxing, ma è anche consentito il “clinch” per un numero di secondi che varia da 3 a 5. Lo scopo era mettere a confronto atleti di diverse arti marziali che avessero un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi. Viste le borse altissime e l’entusiasmo enorme dei giapponesi in questi galà, il K 1, nome corretto K 1 GRAND PRIX è diventato il più importante torneo al mondo, dove i migliori combattenti si confrontano a Tokyo per la finalissima.